martedì 14 agosto 2012

ENOGASTRONOMIA VACANZIERA -Parte I°


Non posso certo dichiararmi insoddisfatta della qualità enogastronomica delle mie vacanze ligure. Anche i pasti leggeri consumati a casa o quelli "da spiaggia" preparati ore prima (tendenzialmente insalate di farro onnicomprensive) sono piacevolissimi, ma ovviamente è quando si mangia fuori che si trae la maggior soddisfazione.
Un punto di riferimento, scoperto nemmeno un anno fa ma che ha scatenato l'amore, è il Baciccio, una piccola osteria con pochi tavoli incastonata in un carugio di Portovenere.

Baccalà al Bacicio

Il menu propone, tra gli altri piatti, una buona varietà di fritto misto, acciughe presentate in diverse declinazioni, spaghetti di pesce, polpo e patate, gnocchi al granchio, misto di mare; io sono affezionatissima al panino col polipo, di cui adoro la croccantezza (pane leggermente abbrustolito, stile bruschetta) che contrasta con la morbidezza del pesce, cotto al punto giusto. Stavolta ho anche assaggiato un sostanzioso baccalà con peperoni, patate, pomodori, noci, pinoli, prugne e latte....consigliato come piatto unico! Ottimo il vinello bianco frizzante della casa.
Il locale è piccolo ma arredato gradevolmente, l'ambiente è caldo, allegro e accogliente. Per un pranzo/cena appetitoso, volendo rapido e onesto nei prezzi, lo consiglio vivamente.
Di altro tenore è il ristorante  Il Frantoio a Lerici: ambiente più elegante e di livello (anche se l'interno non è nulla di che) con possobilità, d'estate, di cenare all'aperto in una via centrale e riservata. Ottimo il fritto e la grigliata, anche se il top, a mio giudizio, è rappresentato dagli 8 antipasti freddi di mare: una scelta indovinatissima per spaziare, senza banalità, nelle diverse possibilità offerte dalla presentazione del pesce: dalla panzanella di pesce ai gamberi in pastella; la tradizione incontra la creatività dello chef.
8 assaggi al Frantoio

Ma la provincia de La Spezia non è certo solo pesce: ecco che, allora, nel mio tour vacanziero rientra perfettamente una cena alla Focacceria Cinquecento, a Castelnuovo Magra, specializzato appunto in focacce, servite accompagnate da salumi e formaggi. Il menu fisso a 22 euro fa precedere il piatto forte da bruschette, torta di verdura e un delizioso roastbeef; a seguire sono compresi dolce e caffè. Consiglio vivamente il Vermentino Ca'Lunae, cantina che da tempo è una mia passione e che è stato un piacere ritrovare nella carta dei vini.

giovedì 9 agosto 2012

SPRAZZI DI VACANZA

Ma' è arrivato 6 giorni fa, e da allora conviviamo nella casa che era dei miei nonni e che, da un anno, è sfitta. Per ora la gestione quotidiana delle piccole e grandi cose sembra andare bene, complice un meteo favorevole e luoghi splendidi che fanno da cornice alle nostre giornate.
Ci tengo che conosca una miscellanea dei posti che più amo: finora siamo stati a Levanto, Monterosso, Bocca di Magra e Portovenere.Più un'incursione vicino a Carrara, dove l'ho portato a sorpresa a visitare una cava di marmo.
Sto bene. Anzi, sto BENE. Questi luoghi li conosco, ma condividerli con chi amo è diverso. Sprazzi di vacanza: colazione insieme in casa, bucato, birrette, spritz, uscire con la mia amica S., crema solare, musica, rumori che diventano famigliari (acqua della doccia, ciabatte in cucina), pullman, treni e auto, spiagge libere e focacce, fuochi d'artificio del Palio del Golfo, apparecchiare e vini bianchi da comprare, code al supermercato, addormentarsi abbracciati, prendermi cura di lui e lui di me, pisolini pomeridiani, lui che cucina, io che come al solito son pigra; occhi pieni di mare, coccole, foto, visi assolati, arrossamenti, doposole e carezze che curano.
Sì, sarà una gran vacanza.

mercoledì 1 agosto 2012

AGOSTO...

Agosto. Inizia un nuovo mese, quello delle vacanze per antonomasia. Attualmente il concetto "vacanza" assume una connotazione curiosa, diversa da quella degli ultimi anni: o meglio, è il vocabolo ferie ad essere scompasro dal mio quotidiano, Oddio, scomparso o sempre presente, poichè da quando sono disoccupata sono in ferie -forzate- perenni.
Ma, in tempi normali, agosto era periodo di vacanza. Quelle lunghissime, della pausa da scuola, passate prima in albergo con i miei e poi in Riviera dai nonni; da ragazzina, a 13 anni, agosto è stato scoprire il paese natio del nonno, un piccolo presepe nascosto sulle Alpi Apuane, talmente isolato che la strada finisce lì, addoso a quelle poche case. E per 6 estati quel paese è stato per me il Paradiso, l'oasi mentale da inseguire quasi quotidianamente nella nebbia dell'inverno, un'evasione dalle versioni di latino, i 4 di matematica, la monotonia della vita scolastica, le piccole frustrazioni...quando pensavo che la mia vita fosse obbligata e chiusa da 4 mura beige di un liceo.
Agosto è stato il mese del mio primo bacio, in cui è iniziato il mio primo amore, e anche il secondo.
Agosto è stata la mia prima vacanza con un ragazzo.
E' stata aspettare un ragazzo, quando era in ferie senza di me e contavo le ore in un countdown che sembrava un mantra.
Adesso agosto è il compleanno del mio Amore, e, tra tre giorni, il mese che segnerà il nostro -per la prima volta lungo- periodo insieme.
Ansiosa di vivere lui e i luoghi che amo, nella speranza di riuscire a farglieli conoscere attraverso i miei occhi, belli come li vedo io. Spero sarà solo l'inizio di tanti Agosti da assaporare come uno dei Martini che mi regalerà l'estate!

lunedì 30 luglio 2012

IN VIAGGIO VERSO IL MIO MARE

Il treno sfreccia -illusoriamente- veloce; siamo al confine tra Piemonte e Liguria, ad occhio. Non lo so con esattezza, perchè l'occhio l'ho tenuto incollato ad una rivista, allo schermo del pc, alla Settimana enignistica. tutto per far passare queste 4 ore e 40. In un tempo equivalente andrei chissà dove, invece vado in Liguria. Molto "italiano medio", specie se piemontese. Ma ho una motivazione più che valida a sostegno della mia apparente banalità: là ho una casa, cassetti di ricordi familiari, ancora i profumi che sanno di nonni, i ninnoli in sala che raccontano una vita del '900, affetti che straripano dalla credenza e dagli armadi. Un ambiente rassicurante nella sua penombra, che sin dall'infanzia è un rifugio, un angolo dove staccare la spina, dalla scuola prima e dal lavoro poi, dai problemi che sono cresciuti parallelamente all'età. 
Nonni, zii, cugini piccoli e grandi: un'allegra tribu di cui sono orgogliosa perchè è il simbolo sempre più raro di una famiglia unita da generazioni, anche se purtroppo, negli anni, ha perso i suoi componenti più anziani.
Il mio mare, oltre che di famiglia, è fatto di profondi affetti, che si radicano nell'adolescenza: il mio primo ragazzo, un'altra persona specialissima che spero sia felice Lassù e che ha contribuito a trasmettermi la passione per questi luoghi,  e, da più adulta, la mia migliore amica, che è uno dei motivi per cui continuo a passare lì con piacere parte delle mie vacanze.
Il mio mare è quello della  Riviera di Levante, che ai miei occhi assume una valenza magica, ma agli occhi di tutti -turisti e giustamente orgogliosi residenti- è una tavolozza di paesaggi mozzafiato, uno spettacolo oggettivo che conquista.
 La Riviera non è solo sinonimo di Cinque Terre (per quanto rappresentino, secondo me, la testimonianza di una presenza divina), ma è costa rocciosa, scogliere, insenature, il Golfo dei Poeti, angoli di ammaliante bellezza. E l'entroterra è un susseguirsi di paesini arroccati, borghi medievali, castelli che si srotolano suggestivi come fotogrammi ai nostri occhi.
 E mentre finisco di scrivere....ecco il mio mare, che non vedo da marzo e che mi dà il benvenuto, luccicando complice, spogliato da quell'aria scontrosa dovuta alla stagione invernale, agli stabilimenti chiusi, alle spiagge deserte e silenziose, spazzate dal vento inumidito di salsedine. vestito a festa, addobbato di riflessi e d'argento. Le sue acque sono state di volta in volta specchio di malinconie, entusiasmi, ricordi e speranze.
Non ricordo chi l'abbia detto, nè dove anni fa l'abbia letto, ma forse è proprio vero che "di fronte al mare, la felicità è un'idea semplice".


venerdì 27 luglio 2012

ODE ALLO SPRITZ



Spritz. 6 lettere. Una parola così piccola e un amore così grande. Il colpo di fulmine nei confronti di questo nettare degli Dei è nato circa 2 anni fa, grazie alla mia amica S. Teatro dell'idillio amoroso è stata Venezia, città che ha scavato un solco indelebile nel mio cuore e a cui dedicherò lo spazio che merita.
S. all'epoca lavorava lì, e tra i pregi della splendida città lagunare annoverava -saggiamente- lo spritz, l'aperitivo più in voga in zona. Beh...come dar torto ai veneti? Per quei pochi che non lo sapessero, lo spritz  "è un aperititvo alcolico popolare nel Triveneto, a base di Prosecco con aggiunta di un bitter (come Aperol, Campari o Select) che gli conferisce un colore rosso/arancio, e una spruzzata di acqua frizzante o seltz". Per quanto nel Triveneto venga preparato in netta prevalenza con l'Aperol, io sono una fan dello spritz Campari.
Un'altra sopresa dell'aperitivo veneto dai riflessi aranciati è il costo: con una media di 2 euro (ma l'ho sperimentato anche a 1,60!!!) si bevono spritz deliziosi.
Nei miei successivi viaggi a Verona e Vicenza ho ordinato numerosi spritz, ma il primato della qualità veneta a mio avviso resta imbattuto. Quindi è stata profonda la sorpresa nello scoprire che, in un angolo di Torino, è possibile bere uno spritz all'altezza di quelli veneti, sia come qualità che come costo (2,50 euro fino alla primavera, 3 euro attualmente....la crisi colpisce tutti...sigh).
Per chi si chiedesse dove bere quest'ottimo spritz a Torino...ebbene...consigliamo vivamente la Vineria Ranzini, una vineria storica, una sorta di stanzetta con circa 6-7 tavoli (e un delizioso dehor estivo): un ambiente genuino, caloroso, autentico, simpatico (ed economico...che non guasta!!). L'unico rimpianto è quello di non averlo conosciuto prima...ed è assurdo, considerato che abito a 50 m da lì; ma il locale passa inosservato, e il suo arredamento vecchiotto, la scarsa metratura e l'aria discreta non hanno mai suscitato la mia attenzione. Ho capito frequentadolo che è questo il suo bello! E per questo ringrazio Ma, che me l'ha fatto conoscere. Adesso siamo clienti abituali: a fine giornata è piacevole bere uno spritz, immersi in un ambiente rilassante e discreto; attorno a noi, ad occupare i pochi tavoli, studenti, colletti bianchi, commercianti e tanti turisti...che evidentemente, magari grazie al passaparola, conoscono quest'angolo di Paradiso in via Porta Palatina!
Lo spritz è stato un amico fidato in diverse circostanze: alla fine di una giornata lavorativa difficile, prima di pranzo (ottimi i taglieri di Ranzini e impareggiabili le acciughe al  verde, semplici o come farcitura di un panino), dopo la palestra, a metà pomeriggio (posso sempre contare sull compagnia della mia amica C....buongustaia! :-)
Grazie Ranzini a Torino, grazie spritz in Italia!

giovedì 26 luglio 2012

VIAGGIO VERSO L'ALTRA META' DI ME STESSO

Ore 02:10 AM del 20 luglio 2011… Calcolare esattamente, nella sua interezza, un processo di sviluppo dell’Anima, è quello che credetti superbamente possibile fino a quel momento. Prima della partenza pianificai  minuziosamente ogni tappa del mio viaggio, con quella stessa naturale predisposizione che sviluppai
inconsciamente nel corso egli anni nel tentativo di proteggermi, come in una corazza di anaffettività, dalle angosce che ognuno di noi prova nel lavoro, nelle amicizie, negli affetti, spesso così incapaci di sentire anche ciò che di bello sanno regalarci molti attimi della vita. Quella fresca notte, con tre mandate di chiave, chiusi anche un capitolo della mia vita e m’incamminai alla ricerca dell’altra metà di me stesso.

Dopo un paio d’ore mi soffermai a guardare alcune gocce che striavano il finestrino dell’autobus diretto all’aeroporto di Malpensa, e non potei che rievocare una corsa sotto la pioggia fatta due settimane prima, sedendomi poi ad un tavolo del Caffè Torino di Piazza San Carlo; ed ancora, appena cinque giorni dopo quel caffè, il ritrovarmi la stessa immagine guardare il temporale alla finestra della cucina di casa mia. Fino all’arrivo al Terminal, pensaialla mia vita trascorsa e a tutti gli attimi che avevo perso, incapace fino ad allora di trovare la bellezza in un gesto apparentemente semplice come il guardare la pioggia che cade, ignorando sino ad allora quali pensieri e sentimenti potessero nascondersi dietro agli occhi di chi la guardano.

L’aereo atterrò a Budapest in orario e presi un taxi diretto verso la stazione ferroviaria Déli. Nel percorso ebbi modo di ammirare la bellezza di quella “Parigi dell’est”,  inserita a cavallo di una leggera curva del meraviglioso Danubio, chiacchierando con l’autista che, pur nel suo stentato inglese, si rivelò ottimo cicerone, e che mostrò inoltre una certa ammirazione nei miei confronti quando, ad una sua domanda, gli raccontai il motivo del mio viaggio. A fine corsa mi salutò facendomi i suoi sinceri auguri.  Attesi poi qualche ora
la partenza del treno che mi avrebbe portato ad una piccola cittadina universitaria ungherese; nel frattempo pranzai con un panino ed una birra locale in un internet café antistante la stazione, controllando la posta elettronica ed inviando un paio di messaggi che mi premeva arrivassero in quel momento.
Il viaggio nelle campagne meridionali dell’Ungheria fu lento, ma mi permise di ripensare alla mia vita ed alla  ragione per cui mi trovavo lì, a come decisi istintivamente di partire pronto a percorrere più di mille chilometri, a come ognuno di essi fu da me assaporato e vissuto con tutto me stesso. Giunto a destinazione presi una stanza all’Hotel Palatinus, un albergo bellissimo del centro storico in stile Liberty, mi rinfrescai e cambiai d’abito, poi presi il telefono ed inviai un sms.

D’un tratto la meta del mio viaggio mi apparve, quegli stessi occhi verdi come smeraldi che videro la pioggia al Caffè Torino e a casa mia, quegli stessi occhi che immaginai tristi mentre lessi le Sue parole: “Ora me ne vado, non ci vediamo 10 giorni, ci sentiamo poco e tutto si sistema” ora mi guardavano colmi di felicità mentre si avvicinò correndo per cingermi in un abbraccio carico d’ Amore. Avevo ritrovato Lo’, la donna di cui mi innamorai, l’altra metà di me stesso. …
 Ore 18.23 PM del 20 luglio 2011.

mercoledì 25 luglio 2012

IN BALIA DEGLI UFFICI PUBBLICI: STORIA TRISTEMENTE ORDINARIA DI UNA LAVORATRICE

Torino, h. 9.00-11.30
Tappa alla Direzione Regionale del Lavoro, con l'illusoria speranza che un funzionario mi illumini e mi illustri la strada per riuscire ad ottenere i contributi che mi spettano. Sì, faccio tristemente parte della pletora di giovani italiani che hanno lavorato senza veder conosciuti i propri diritti. Ebbene sì, oltre alle condizioni lavorative a dir poco squallide (capa psicopatica, con problemi oscillanti tra l'alcolismo, la nevrosi e l'abuso di psicofarmaci), in cui i miei miglior amici erano -forzatamente- ufficiali giudizari e avvocati non proprio amichevoli, e in cui l'incentivo alla truffa era da lei caldeggiato -e per fortuna non condiviso da me e dai colleghi-, mi trovo ora, sebbene libera dal giogo di quel pseudo contratto (mi sono licenziata a gennaio, perdendo lo stipendio ma riacquisendo salute, sanità mentale, dignità e serenità), a non veder versato uno straccio di contributo. 5 anni  e mezzo regalati. E' vero, ho -quasi, salvo nell'ultimo periodo- sempre avuto uno stipendio garantito (e ci mancherebbe!, direbbe qualcuno: un compenso è ciò che distingue il lavoro dal volontariato...), ma nessun contributo versato. Ok, non so e nessuno lo sa che ne sarà delle pensioni di noi 30enni, nè se i nostri figli sentiranno mai parlare di un simile vocabolo...ma mi spettano, ecchecavolo!, e anche solo per principio li vorrei.
La Direzione Regionale del Lavoro mi manda all'Inps: è lui che se ne occupa. Diligentemente migro verso l'Inps e inizio il lento e silenzioso pellegrinaggio verso lo sportello. Silenzioso mica tanto....in due riprese l'immancabile rappresentante dei diritti dei cittadini inizia a sbraitare ed inveire nei confronti degli impiegati in particolare e del sistema in generale, arrivando ad urlare contro la signora che -a onor del vero senza pigrizia nè mollezza- si occupa di smistare la fila ai vari sportelli  e risponde ai variegati quesiti degli utenti. 
Dopo oltre un'ora di attesa, è il mio turno. Palpitante di speranza e gratitudine preventiva, mi rivolgo sorridente all'impiegata: no, i mie ì miei versamenti riguardano la gestione separata, devo andare al terzo piano. Sorrido educata ma dentro di me smadonno contro chi mi ha suggerito l'iter sbagliata. E al terzo piano, mentre per la terza volta illustro la mia situazione, che mi sento rispondere? "Sarò franco: non vedrà mai i contributi che le spettano. Va beh, in fondo son solo 5 anni e mezzo di lavoro, non 20". Sì, peccato che io nella mia vita ne abbia lavorati in tutto 6...